Organizzare spazi digitali e spazi fisici per lavorare e collaborare. Guida pratica
04/02/2022
I nodi da affrontare per rendere efficace il lavoro ibrido. Parte 2
14/02/2022
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I nodi da affrontare per rendere efficace il lavoro ibrido. Parte 1

Ispirati dall’Articolo dell’Harvard Business Review (LINK) come TECHLIT SCM riconosciamo come attuali e diffuse molte delle considerazioni contenute nel testo, avendole potute sperimentare anche nelle aziende italiane con cui abbiamo collaborato per la gestione della transizione ad una organizzazione ibrida del lavoro.

La questione di fondo è che il lavoro ibrido non funziona unicamente perché basato su una tecnologia abilitante e professionale, ma deve essere accompagnato da un cambio di mentalità prima di tutto ad opera dei manager.

Le relazioni interpersonali tra colleghi e quelle legate alle relazioni con i superiori devono essere completamente rifondate, perché applicare i tradizionali modi della collaborazione aziendale ai nuovi ritmi e ai nuovi strumenti di lavoro sarebbe estremamente riduttivo.

A livello di Top Management diventa essenziale affrontare, per progettare una cultura del lavoro ibrida inclusiva, 3 nodi principali:

  1. La tensione tra consentire ai dipendenti di lavorare quando vogliono e aspettarsi che siano sempre disponibili
  2. La tensione tra i dipendenti che si sentono isolati quando non lavorano da un ufficio e si sentono invasi nel proprio spazio privato dalle tecnologie di comunicazione e connessione
  3. La tensione tra quali pratiche siano possibili in un ambiente di lavoro ibrido e ciò che è preferito e premiato.

Nella nostra esperienza, non esiste un unico punto di equilibrio, ma il successo lo si raggiunge dosando le soluzioni perché aiutino a raggiungere gli obiettivi specifici e a valorizzare le competenze dei collaboratori.

Affrontiamo in questo primo articolo il primo nodo:  Lavorare in qualsiasi momento rispetto a lavorare tutto il tempo
La prima tensione che i leader e le organizzazioni devono gestire è tra dare alle persone la possibilità di lavorare quando lo desiderano e imporre, intenzionalmente o meno, l’aspettativa di essere sempre disponibili secondo vecchi schemi e orari 9:00 – 18:00.

Ancora oggi, molti manager intervistati, rispondono di aspettarsi che il “lavoratore ideale” sia disponibile a qualsiasi ora del giorno, in qualsiasi giorno dell’anno, durante tutti gli anni della sua carriera.

Un modo per contrastare l’aspettativa di una disponibilità costante è offrire al team di lavoro la flessibilità di scegliere quando lavorare, chiarendo anche che ci dovrebbero essere momenti in cui siano offline, nella libertà di assecondare i propri ritmi di vita a favore della produttività e della creatività.
Il lavoro h24 non dovrebbe essere un modello di efficienza nella mente dei manager, perché il benessere personale rende necessario momenti di pausa e soprattutto è importante tornare a valutare le urgenze per quello che realmente sono.

Il mito del tutto subito, non è efficienza. Creare i giusti ritmi di lavoro consente non solo efficienza, ma anche qualità.
Anche al di là della pandemia, quando le persone non hanno confini tra lavoro e casa e non sono in grado di “interrompere” il lavoro, è più probabile che soffrano di burnout.

La creazione di soluzioni per il lavoro in cloud e la condivisione delle informazioni consente di non avere stop anche in una logica per cui “Il mio orario di lavoro potrebbe non essere il tuo orario di lavoro”.

TECHLIT SCM consente alle aziende di creare infrastrutture capaci di aiutare i collaboratori a trovare la propria dimensione, ad essere soddisfatti e motivati, per questo aperti alla collaborazione e a realizzare al meglio i propri compiti, anche senza il controllo che i manager talvolta ancora sentirebbero di dover fare.

L’articolo prosegue la prossima settimana….

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